Il Futuro della Storia - Museo Virtuale

Naviga nel tempo

Ricerca nella storia
dello sport

Con questo strumento potrai filtrare tutti gli argomenti presenti nel museo virtuale per costruire un percorso di navigazione personalizzato.

 

Inizia la ricerca

Dalla Fondazione della RSGT alla seconda sede sociale

Periodo Storico: 
1844-1918

La fondazione
Alle due pomeridiane del 17 marzo 1844 il dottor Luigi Balestra, i conti Luigi Franchi di Pont ed Ernesto Ricardi di Netro, il cavaliere Filippo Riveda, l'ingegnere Cesare Valerio, l'avvocato Lorenzo Saroldi e Rodolfo Obermann (ginnasta svizzero e insigne studioso di problemi relativi all'educazione fisica) si riunirono nell'abitazione torinese di quest'ultimo con il preciso e immediato intento di dar vita alla prima Società ginnica d'Italia.
Il verbale di questa riunione, firmato da Franchi e Saroldi, costituisce l'atto di nascita della "Società Ginnastica di Torino", unica in Italia sino al 1860 e una delle più antiche in Europa.
Lo spirito di associazione sotto il regno di Carlo Alberto era visto con grande diffidenza e, in quegli anni di coraggiosa e clandestina attività di rinnovamento, fu grazie all'opera di educatori, uomini politici e intellettuali che fu possibile quel progresso morale della classe popolare e delle istituzioni che la riguardavano.


I rotocalchi del tempo

Fra gli uomini di cultura che si adoperarono per dar vita a questo rinnovamento vi fu Lorenzo Valerio (fratello di Cesare Valerio, socio fondatore della Società) il quale nel 1836 diede vita al foglio settimanale Letture popolari (poi soppresso e risorto come Letture di famiglia) che ebbe notevole influenza nel risvegliare una nuova coscienza civile e morale nei ceti bassi della società.
Alle pagine di questo settimanale, collaborarono pedagogisti, scrittori e rappresentanti dell'opposizione democratica come Carlo Boncompagni, Giuseppe Cornero, Ignazio e Domenico Buffa con lo scopo di diffondere l'idea di associazione popolare.
Lo stesso Rodolfo Obermann espresse su queste pagine le sue teorie sulla ginnastica e sull'educazione fisica.

Rodolfo Obermann
In questo quadro socio-culturale ricco di fermenti innovativi, si colloca la fondazione della nostra Società.
Il promotore di questa istituzione fu Rodolfo Obermann, ginnasta svizzero di alto livello che giunse a Torino da Zurigo nel 1833 con l'incarico di insegnante presso la Reale Accademia Militare e di direttore della Scuola Militare Ginnastica di Artiglieria. Contemporaneamente, il Ministero della Guerra gli affidò il mandato di studiare, elaborare e applicare un insieme di principi di educazione fisica per l'Esercito.
Il suo lavoro non era rivolto esclusivamente all'ambito militare, ma riguardò anche altre sfere sociali indirizzandosi sia alle scuole infantili, dove le sue lezioni sui primi e fondamentali elementi della nuova dottrina furono un importante strumento educativo e formativo per le nuove generazioni della classe meno abbiente, sia alla stessa famiglia reale, dove gli fu riconosciuta la funzione di maestro dei piccoli principi di Casa Savoia.
In seguito, Obermann, grazie all'attenzione dello stesso Boncompagni per il problema educativo e favorito dalla possibilità di poter esprimere il proprio pensiero sul giornale Letture popolari (poi denominato Letture familiari), si prodigò per l'istituzione di una palestra per esercitazioni esponendo con estrema competenza le linee tecnico-organizzative. Fu così che nacque la Reale Società Ginnastica di Torino.
Sebbene il livello sociale del Consiglio direttivo e dei soci iscritti fosse molto elevato, le intenzioni della Società furono sempre tese a una diffusione capillare anche negli strati più bassi della collettività per avvicinare alla ginnastica e allo sport in genere il maggior numero di praticanti.

Le prime strutture
I soci fondatori, formulato lo Statuto interno e ordinati i primi attrezzi, affittarono un terreno nel parco del Valentino facendovi edificare una costruzione in muratura denominata poi "Palazzina dei Glicini" la cui inaugurazione (il 18 agosto 1844) segnò ufficialmente l'apertura della Società.
L'insegnamento della ginnastica si diffuse così dalla corte reale (dove era stato introdotto da Carlo Alberto per impartire ai suoi figli un'educazione completa sia nel fisico sia nella mente) e dalle scuole infantili alla Palazzina dei Glicini che per lungo tempo portò questa iscrizione commemorativa:
Qui nel 1844/ auspice Re Carlo Alberto / sorse la palestra ginnastica dove si agguerrirono per le pugne imminenti / i primi soldati della patria indipendenza

1845: prima presidenza Ernesto Ricardi di Netro. I saggi nella Palazzina dei Glicini
Dopo un breve periodo alla presidenza di Enrico Vertu prima e Luigi Franchi di Pont, nel 1845 fu eletto Ernesto Ricardi di Netro mentre Rodolfo Oberman ricevette l'incarico di Ispettore e istruttore del locale degli esercizi.
L'attività era già piuttosto articolata e si suddivideva in Esercitazioni per la I categoria di allievi (giovani dai 10 ai 15 anni) per la II categoria (dai 15 anni) e in lezioni per la Scuola Gratuita.
A chiusura dei corsi si tenevano i "saggi ginnici" alla presenza di parenti, soci e autorità. In tale occasione, gli allievi che si erano distinti durante l'anno venivano premiati con "portafogli, scatolette di colori e capi di vestiario" ma soprattutto con "libri di educazione alla vita, alla moderazione, alla temperanza, ad una forte volontà e in trastulli ginnastici atti a sviluppare le facoltà fisiche dei fanciulli, come bocce birilli e palloni" come si legge nei verbali originali del Consiglio Direttivo.
I saggi di chiusura non ebbero un allargamento in competizioni nazionali sino a quando, nel 1869, si formò una Federazione e si diede inizio alle gare federali.

1846: le scuole di tiro e di scherma. Lezioni di nuoto. Il Po come coadiuvante allo sport

La prima espansione delle strutture si orientò in tre diverse direzioni le cui origini segnano momenti emblematici nel panorama storico-sportivo.
Nel 1846 si costituì la Scuola di Tiro a segno (la più antica d'Italia) che dovette poi chiudere i battenti nel 1870 quando vennero a mancare i sussidi governativi che fino a quel momento le erano stati garantiti per legge.
Contemporaneamente, vicino alla sede del Valentino, ebbero inizio lezioni di nuoto sulle acque del Po e, sempre nello stesso anno, si decise di allestire un secondo locale per aprirvi una Scuola di Scherma. La ricerca di una sala adatta alla scherma fu lunga e complessa e alla fine si decise per l'affitto di una parte dei magazzini Caffarel situati in regione Valdocco nel cortile del Caffé della Lega Italiana.
Un autentico e raro cimelio risalente a quegli anni fu la bandiera sociale, foggiata nel 1848 in conformità con quella stabilita dallo Statuto Albertino, fu una delle pochissime a precedere il tricolore e a sventolare tra le vie di Torino fra gli entusiasmi della popolazione per la promulgazione dello Statuto.


Attenzioni giornalistiche. La fama della "Ginnastica" varca i confini

Cenni e ragguagli storici sulla Società iniziarono ad apparire sulla Gazzetta Ginnica di Zurigo e, soprattutto, sui fogli cittadini Messaggero Torinese e Spettatore Subalpino. Questi, in particolare, si occuparono della proposta avanzata dalla SGT al Municipio di introdurre l'insegnamento della ginnastica nelle scuole comunali. Anche la Gazzetta Piemontese (dal 1894 La Stampa) non mancò di intuire l'importanza e il significato delle iniziative intraprese dai soci della SGT e, nel numero 268 del 1845, l'allora Direttore Felice Romani (letterato e critico letterario, fu librettista ufficiale della Scala) scrisse parole evocative per celebrare la nascita a Torino del fenomeno ginnastico:
"Possa la Società istitutrice (della Scuola di ginnastica) essere premiata dall'universale favore. Possa la generosità piemontese secondare le sue cure con validi mezzi di protezione e di aiuto. Possa finalmente prosperare questa Scuola e ampliarsi di locali e di mezzi! Essa ha in sé i germi di cose maggiori: Essa è principio vitale di forte generazione: Essa è di bello esempio all'Italia, di vantaggio e di lustro alla Patria".
Tenuto conto che, a parte la ristretta cerchia dell'aristocrazia, gran parte della popolazione viveva fra grandi stenti e facile preda di malattie, s'intravide nell'educazione fisica un principio di sanità e una funzione di attività formativa allargata, adatta a recuperare un'infanzia e un'adolescenza abbandonate a se stesse.
La fama della SGT si diffuse ben presto oltre confine in Francia e in Svizzera, paesi dalle grandi tradizioni e all'avanguardia in fatto di educazione ginnica e copie dello Statuto furono richieste dalla "Società Federale" di Ginevra e dal presidente della "Società d'Istruzione" di Chambéry.


La seconda sede sociale. Gli anni del Risorgimento

Questo intenso e movimentato flusso, organizzativo e agonistico, si finalizzò nel 1852, sotto la presidenza del cav. Giacomo Porzio e la direzione tecnica di Rodolfo Obermann, con la costruzione di un nuovo e più ampio stabilimento ginnastico su di un terreno di piazza d'Armi vecchia (l'area occupava l'attuale zona del Politecnico, del piazzale Duca d'Aosta fino all'altezza dell'odierno corso Re Umberto). Si trattava della stessa area sulla quale nel 1934, ottantadue anni dopo, sarebbe sorta la terza sede, quella compresa tra le attuali via Magenta (allora denominata Contrada della Ginnastica) e via Massena.
Durante il Risorgimento italiano, la SGT portò il suo contributo sia per il valore dimostrato da molti suoi soci, sia per la messa a disposizione del Ministero della Guerra delle proprie strutture: esercitazioni militari e di tiro e maneggio del fucile trovarono ospitalità alla SGT, alcuni soci illustri appartenenti al corpo militare vennero decorati con medaglia d'argento e, nel 1862, gli stessi Principi Reali entrarono a far parte della Società.

Curiosità

Nel 1844 la prima sede della Società Ginnastica fu al Valentino a Villa Glicini (ora sede del Club di Scherma Torino) e dal 1852 anche nella "Contrada della...

Il 15 marzo 1898 si costituì a Torino la "Federazione italiana del Football".

Le adesioni furono quattro: "Genoa", "Internazionale Torino", "F.C....

Una curiosità dalla Società centrale di Ginnastica di Firenze sul diverso trattamento riservato alle donne sulle tasse sociali di iscrizione.